Accademia Leopoldina Naudet
Concerto per una mistica nella Firenze di Pietro Leopoldo
Leopoldina Naudet nacque a Firenze nel 1773, a Palazzo Pitti, presso la corte del Granduca di Toscana Pietro Leopoldo d’Asburgo Lorena, in un ambiente ricco di arte e cultura. Si trasferì a Vienna al seguito di Leopoldo, divenuto imperatore nel 1790. Ebbe una vita a dir poco avventurosa, che la portò a viaggiare e a vivere nelle più importanti corti europee. Morta a Verona nel 1834, è un importante riferimento per chiunque voglia addentrarsi nelle profondità dello Spirito.
E’ ragionevole chiedersi se la musica, ascoltata e sicuramente anche eseguita da lei nei luoghi in cui visse, possa essere stata un aiuto per entrare nelle dimensioni spirituali fino al più radicale abbandono a Dio. Sappiamo che eccelleva nel canto e che il nonno paterno e lo zio erano organisti. Era figlia di Giuseppe, aiutante da camera del granduca e di Susanna, ‘camerista’ della granduchessa.
Per la completezza di un’educazione distinta, Leopoldina e la sorella Luisa ricevettero lezioni di danza, di disegno e di musica, attività ritenute dall’educazione del tempo il ‘giusto ornamento’ per suscitare nell’animo sentimenti vivi e sublimi per la virtù. Quando divennero a loro volta cameriste ed educatrici di corte dei figli di Pietro Leopoldo, possiamo immaginare che, tra le varie mansioni, avessero quella di presenziare alle lezioni di musica. Una nota incisione del 1781 ritrae la famiglia di Leopoldo in un contesto privato, dove le giovani arciduchesse Maria Teresa e Maria Anna e l’arciduca Ferdinando III posano vicino al cembalo nell’atto di eseguire la musica appoggiata al leggio dello strumento, con un evidente richiamo al ruolo che quest’attività ebbe nell’educazione dei futuri regnanti e nella vita di corte.
Grazie agli spartiti presenti nel Fondo Pitti e nella Collezione Ricasoli, possiamo ricostruire la vita musicale della Corte Granducale, con i suoi interpreti, gli autori prediletti da Pietro Leopoldo, le occasioni e i luoghi in cui si faceva musica. Le sorelle Naudet, istitutrici dei figli più piccoli del Granduca, sicuramente udirono i musicisti della Reale Camera che si esibivano in «accademie di canto e di suono»: momenti di svago, cui gli stessi componenti della famiglia granducale partecipavano.
Dall’analisi del contesto culturale in cui si svolse la giovinezza di Leopoldina - la Toscana di Pietro Leopoldo - possiamo dedurre che proprio in quanto dama di corte abbia ascoltato, e quindi conosciuto e apprezzato, musiche sacre e profane, barocche e preclassiche, italiane e francesi, viennesi e tedesche, eseguite nella cappella di corte, nelle chiese, nelle residenze nobili e nei teatri. Splendore culturale e ricchezza di stimoli sonori hanno contribuito a formare la sua personalità e la sua sensibilità, anche se la sua ‘inclinazione la tirava a un ordine religioso in cui si praticasse il silenzio’.
Nel concerto che l’Accademia Naudet propone, si potranno quindi ascoltare musiche di George Ph. Händel, Filippo Maria Gherardeschi, Giuseppe Moneta, Ferdinando Paër, Francesco Feroci e Francesco Zanetti.
Silvia Rambaldi
Aure care, ohimé fermate…
Musiche al tempo di Leopoldina Naudet
Accademia Leopoldina Naudet
Santina Tomasello soprano
Marcella Ventura mezzosoprano
Silvia Rambaldi cembalo e organo
Programma
Ferdinando Paër da Sei duettini per due soprani con acc.to di Cembalo o Pf *
1771-1839 La Notte
Il Ruscello
Girolamo Crescentini da XII Ariette italiane*
1762-1846 Languir d’amor
per voce e clavicembalo
Giuseppe Moneta da Sei ariette con accomp. di arpa o pianoforte *
1754-1806 Piante amiche in voi col dardo
Filippo Maria Gherardeschi Sonata per cembalo
1738-1808 Andante grazioso
Allegro assai
Francesco Feroci Aure care ohimé fermate*
1673-1750 Duetto per soprani e bc.
George F. Händel da Suits of the most celebrated lessons […] by William Babell, London, 1717
1685-1759 Lascia ch’io pianga
Francesco Zanetti Pianto di penitenza*
1737-1788 Salmo popolare
George F. Händel da Messia*
Tormento atroce
Alleluya
*Opere custodite nella Biblioteca del Conservatorio “L. Cherubini” di Firenze