Il repertorio musicale siciliano rinascimentale e barocco
Il 23 gennaio 1516 la Sicilia passa sotto il controllo di Carlo V d’Asburgo, iniziando un lungo periodo di dominazione spagnola, in linea di prosecuzione con il passato dominio di Giovanni I d’Aragona. Il dominio della corona di Spagna durerà per quasi due secoli, concludendosi il 10 giugno 1713 con la pace di Utrecht, che sancisce il passaggio al governo dei Savoia.
Per i grandi centri dell’isola, Palermo e Messina in particolare, si apre un periodo di sudditanza governato dalle personalità di Viceré, vero tramite tra la corte spagnola e il territorio. È un periodo di grandi crisi e contrasti sociali e culturali: pesti, carestie, rivolte e repressioni; ma anche di floridi commerci, scambi di prodotti, figure professionali di grande spessore, saperi e linguaggi, monete e spezie, sete e argenti; accumulo di ricchezze e floridezza che fanno di Messina e Palermo due poli importantissimi del Mediterraneo.
Frutto di tale assetto economico-politico sono la creazione di istituzioni musicali a scopo celebrativo, sia politico che religioso: la Cappella del Senato a Messina, la Real Cappella Palatina di Palermo, ma anche Cappelle di chiese minori, Accademie e altre minori istituzioni, che attraggono numerosi musicisti e cantori da ogni parte d’Italia e d’Europa. Le occasioni per comporre ed eseguire musica sono molteplici: numerose testimonianze giunte attraverso documenti d’archivio, la più importante delle quali è il Ceremoniale de’ signori Viceré, danno il resoconto di funzioni liturgiche e celebrative, arricchite da sontuose esecuzioni musicali: nascite, matrimoni e funerali di grandi personalità, insediamenti di alte cariche politiche, celebrazioni liturgiche ufficiali e cerimoniale liturgico ordinario, ordinazioni monastiche, feste pubbliche e private, accademie, convivi estivi sui lungomare. Ad arricchire ulteriormente il panorama musicale siciliano occorre considerare anche le numerose occasioni di musica di strada, dei mercati, dei saltimbanchi, degli attori da commedie improvvisate, e di tutto quel repertorio di tradizione orale la cui eco è ancora possibile riscontrare nelle testimonianze degli “informatori”.
Di tale ricco e ancora inesplorato repertorio l’ensemble LudusOrionis intende occuparsi; proponendo programmi vocali e strumentali che focalizzino le contrastanti dimensioni del sonoro delle grandi città come dei palazzi baronali, delle Accademie come dei monasteri, facendo rivivere la poliedrica realtà sonora della Sicilia tra Rinascimento e Barocco, e chiarendone i rapporti con la produzione musicale delle altre corti italiane.